Il paesaggio agricolo è il testimone del lavoro dell’uomo e del suo rapporto con la natura; il trascorrere degli anni ha apportato inevitabili cambiamenti ma in alcuni luoghi si percepisce con minor impatto questa attività di trasformazione e l’uomo vive in armonia con l’ambiente.
Arrivare in un mattino d’autunno a Noventa di Piave, nella tenuta Terre di Grassaga, è stato come ripercorrere un viaggio a ritroso nel tempo, un incontro con la pace ed il silenzio della campagna che si estende a perdita d’occhio, un’isola - come la definiscono - ritagliata dai canali che la costeggiano. Il territorio si trova nella parte orientale della provincia di Venezia, lungo la riva sinistra del fiume Piave; Grassaga, da cui prende il nome, è uno dei principali canali artificiali di bonifica. Un’area, ricca di storia, dove l’agricoltura viene praticata fin da tempi antichi.
La tenuta è stata acquista da Sandra Zago nell’anno 2002. Il corpo centrale comprende, oltre alla vecchia casa colonica oggetto di un accurato restauro, una grande cantina, la stalla e il vecchio granaio dove un tempo si allevavano i bachi da seta e si conservava il grano. Gli ampi spazi erano stati concepiti in funzione dell’autosufficienza di un’economia rurale inserita in un sistema di policoltura.
Nei vigneti aziendali sono coltivate le seguenti cultivar: Incrocio Manzoni 6.0.13 o Manzoni Bianco[1] - incrocio delle varietà Riesling Renano e Pinot Bianco, ideato dal prof. Luigi Manzoni negli anni Trenta del Novecento -, Merlot e Pinot Bianco.
Le vigne di Merlot, un vitigno a bacca rossa di origine francese, ben radicato da molti anni nel Veneto, appartengono ad un impianto dell’anno 1956. Sono piante che richiedono molto cura ma in grado di dare un frutto di grande qualità dal quale si ottengono vini profondi, di spessore, con un buon potenziale evolutivo.
La filosofia aziendale di Sandra Zago, del marito Angelo e della figlia Alessandra, è orientata ad una produzione qualitativa che proviene da pratiche agricole rispettose della pianta e del terreno. Per questo motivo nelle vigne, curate personalmente, non viene effettuato nessun diserbo e la concimazione organica è di origine animale in modo tale che il suolo sia sano e che la vite possa trovare il giusto nutrimento.
Anche le rese per ettaro sono basse e la vendemmia è eseguita manualmente. “Terra, aria, sole”, uve sane e mature, vinificazioni accurate delle sole annate migliori, sono un insieme che consentono ai loro vini di esprimere le potenzialità di un territorio che considerano unico anche per la composizione del terreno - costituito da argilla e caranto- “una combinazione”, come raccontano, “ideale per ottenere grandi vini”.
Un ringraziamento a Sandra, Alessandra e Angelo per la cortese accoglienza; una famiglia unita in un comune progetto di salvaguardia e promozione di un territorio molto particolare, situato nell’area D.O.C. Vini del Piave. Una produzione limitata che esprime il legame di questa famiglia con il proprio luogo, vini di alto valore qualitativo, autentici, in grado di raccontare una viticoltura fatta con passione.
Durante l’incontro sono stati degustati:
Venezie DOC Merlot 56 - 2015 - Merlot 100% - alc. 14% vol.
Esame organolettico: Rosso rubino intenso e luminoso con riflessi granati. All’olfatto si esprime con sentori floreali di viola e rosa, profumi fruttati di confettura di amarena, marasca e prugna, a cui si aggiungono sensazioni di pepe nero, noce moscata, bacca di ginepro, tabacco e lievi cenni balsamici. Al palato è morbido, equilibrato, con tannini evoluti, ben bilanciato da sapidità e freschezza. Di lunga persistenza con finale dai ritorni di frutta rossa sotto spirito.
Abbinamento: piatti di carne della tradizione come, ad esempio, lo spiedo di carni miste (pollo, maiale, coniglio) con polenta gialla. Come consigliano può anche essere “assaporato nelle notti tiepide, circondati dal canto delle rane e da grappoli di stelle”.
Note tecniche: La vendemmia manuale viene effettuata nella prima decade del mese di ottobre; una parte delle uve viene lasciata ad appassire in pianta. La resa è di circa 70 q.li/ha. Viene affinato in legno di ciliegio e rovere.
Piave DOC Manzoni Bianco 08 - 2016 – Incrocio Manzoni 6.0.13 o Manzoni Bianco 100% – alc. 13,50% vol.
Esame organolettico: Giallo paglierino con riflessi verdolini. Il profilo olfattivo esprime un delicato bouquet di fiori bianchi che si intrecciano con il profumo della pesca bianca matura e della frutta tropicale a cui si affiancano note di nocciola e mandorla dolce ed una leggera aromaticità. All’assaggio evidenzia il suo carattere fresco con una decisa sapidità. Un vino elegante, di buona finezza e persistenza, ammandorlato nel finale.
Abbinamento: Risotto agli asparagi bianchi con gamberetti e con secondi piatti a base di pesce della Laguna Veneta. Da sorseggiare in compagnia, “accompagnati dal garrulo vociare delle rondini mentre si rincorrono nelle crespe del cielo”.
Note tecniche: Vendemmia manuale nella prima settimana di settembre. La resa è di circa 70 q.li/ha. Affinamento: una parte in vasche di cemento vetrificato e il 10% circa con maturazione in legno di barrique di rovere americano per almeno 6-8 mesi.
Cuvée Oro Brut 07 – Spumante Brut Nature 2018 - Pinot Bianco e Incrocio Manzoni 6.0.13 – alc. 12,5% vol.
Esame organolettico: Giallo paglierino luminoso e brillante con fine e persistente perlage. Al naso rivela ricordi di fiori bianchi, profumi di nettarina bianca, pera e mela e lievi sentori di erbe officinali. Sorso di buona freschezza e fine sapidità.
Abbinamento: Aperitivo con cicchetti vari: crostini con baccalà mantecato, cestino di verdure pastellate e fritto di calamaretti, polpo grigliato. “… da stappare nei momenti migliori, quelli dove si celebrano gli incanti della vita …”
Note tecniche: Vendemmiate manuale nei primi giorni di settembre. La resa è di circa 70 q.li/ha. Affinamento: permane in autoclave per 6 mesi a temperatura controllata. Metodo Charmat Lungo.
L’Azienda Agricola Terre di Grassaga produce anche un vino passito da uve di Palava, un vitigno di nuova generazione ottenuto in Moravia, nella Repubblica Ceca, incrociando il Rot Traminer con il Muller Thurgau.
Antonella Pianca
Fotografie di Giovanni Damian ©2020
Per approfondire:
· Severina Cancellier, Italo Roncador, Gli Incroci Manzoni, CCIAA Treviso (TV), 1996
· Diego Tomasi, Margherita Dalle Ceste, Tiziano Tempesta (cur.), I paesaggi vitati del Conegliano Valdobbiadene, delle pianure del Piave e del Livenza – Evoluzione e legame con la qualità del vino - CRA (Centro di Ricerca per la Viticoltura) – CIRVE (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia – Università di Padova), 2007
[1] La varietà Incrocio Manzoni 6.0.13 è stata prodotta dal celebre prof. Luigi Manzoni (1888 -1968) (*1888 – †1968) docente, ricercatore e preside della Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano. È uno dei suoi incroci più noti e quello che si è maggiormente distinto. Coltivato dapprima nella sola provincia di Treviso, dagli anni Settanta in poi si è andato diffondendo nel Veneto, in Friuli e in Trentino. Vinificato in purezza rivela le sue doti di finezza, elevata gradazione ed acidità.