Dopo la sospensione di fiere e manifestazioni a causa della diffusione della pandemia da SARS-CoV-2, nei giorni 9, 10 e 11 aprile 2022 si è svolta a Gambellara (VI), presso lo Show-Room Margraf, la 17^ edizione di VinNatur Tasting. Una importante occasione per incontrare nuovamente in presenza i produttori di vini naturali che appartengono all’associazione VInNatur.
L’associazione, presieduta da Angiolino Maule, “intende preservare l’individualità del vino dall’omologazione che chimica, tecnologia e industrializzazione hanno portato nelle attività vitivinicole” perché - come sostengono - “produrre vino naturale significa agire nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando attraverso la sperimentazione, l’utilizzo di agenti invasivi e tossici di natura chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina.”
Una manifestazione vinicola importante perché ha dato l’opportunità al folto gruppo di visitatori - appassionati, esperti, professionisti del settore come importatori, ristoratori, comunicatori del vino ecc. - di conoscere 180 vignaioli provenienti da tutta la penisola italiana ed anche da altri paesi, degustare i loro vini ed ascoltare direttamente il racconto di un prodotto “artigianale” fatto con passione, rispettoso dell’ambiente ma anche della salute del consumatore. Un prodotto vivo, espressione di un rapporto virtuoso tra il lavoro dell’uomo, la natura, la cultura e le tradizioni di ciascun luogo.
La redazione dell’associazione “Borghi d’Europa”, nell’ambito dei progetti: Il Percorso Internazionale Eurovinum e I Paesaggi della Vite e del Vino, ha partecipato domenica 10 aprile e lunedì 11 aprile 2022 all’evento. L’associazione trova, nel pensiero e nell’attività di Luigi Veronelli, continua fonte di ispirazione; per questo considera importante una comunicazione che racconti storie di vignaioli, vigne e vini andando direttamente a conoscere, in presa diretta, la filosofia produttiva ed il territorio da cui nascono i vini, con interviste che descrivano anche l’intero percorso, dalla vigna alla cantina. Per questo motivo alcune delle aziende presenti in fiera, talune già conosciute - come ad esempio Terre di Pietra, Casa Belfi, Franco Terpin, ecc. - ed altre incontrate per la prima volta, saranno oggetto di future visite per far meglio conoscere e divulgare il messaggio e le emozioni che i loro vini vogliono trasmettere.
Ecco una breve sintesi di alcuni interessanti incontri che abbiamo fatto a VinNatur.
Piemonte
Azienda Vitivinicola Borgatta - Tagliolo Monferrato (AL) Storica azienda a conduzione biologica nell’Alto Monferrato di Maria Luisa Barizzone e Emilio Oliveri. Sono stati degustati: La Borgatta da uve barbera; La Milla 2016 da uve dolcetto, un vino intenso all’olfatto, con profumi di frutta rossa, spezie, mandorla amara, gusto asciutto, tannico, poco acido; la vera espressione del dolcetto. Vini autentici, eleganti, con un’identità ben definita.
Cascina Roera - Castigliole d’Asti (AT) Degustati: Piva 2013, da uve nebbiolo, un vino ottenuto da lunghe macerazioni ed affinato per tre anni in botti di legno; Cardin 2012, da uve barbera e nebbiolo; Cardin 2016; Zero 19 da uve barbera, senza aggiunta di solforosa; Ciapin 2021 da uve arneis e cortese.
Azienda Agricola Rocca Rondinaria - Rocca Grimalda (AL) Nel cuore della DOCG Ovada, territorio dalla grande vocazione vinicola, a Rocca Grimalda al confine con la Liguria, Lucesio e Giovanna coltivano piante di dolcetto recuperando dall’abbandono vecchie vigne storiche. Per la qualità del lavoro in vigna e in cantina, l’azienda agricola, che ha sede nel castello locale, ha ottenuto la certificazione di prodotto biodinamico con il marchio “Agribiodinamica”. I vini degustati: Spessiari 2017 “Terra del Nibio” da uve dolcetto, biotipo nibiò, una vecchia varietà di dolcetto del Monferrato; Gesusio vendemmia 2017, da uve dolcetto coltivate nella vigna, dove sono presenti anche ceppi di oltre 60 anni, situata sulle colline di Rocca Grimalda in località Bernarda/Vallegrande.
Veneto
Azienda Agricola il Roccolo di Monticelli – Colognola ai Colli (VR) Nel territorio collinare tra Verona e Soave, Silvia produce ottimi vini dal carattere autentico. Una viticoltura attenta al suolo ed alle piante, anche attraverso l’impiego di preparati biodinamici. In cantina le uve sono lavorate con minimi interventi, le fermentazioni sono spontanee, nessuna filtrazione e totale assenza di solfiti aggiunti. Degustati: Cinciallegra, vino bianco frizzante rifermentato in bottiglia da uve di garganega e trebbiano di soave; Molinarosa, vino rosato rifermentato in bottiglia da uve di molinara, una bollicina delicata, di grande freschezza e sapidità per una beva piacevole; Di Rado, un bianco macerato ottenuto da garganega e trebbiano di soave; Passo Dopo 2018, da uve di corvina, corvinone e rondinella raccolte solo nelle migliori annate.
Azienda Agricola Camerani - Mezzane di Sotto (VR) Impossibile concentrare in poche righe il racconto dell’azienda di Marinella Camerani, un progetto che ha iniziato nel 1986 con l’impianto del primo vigneto a guyot a Mezzane, a conduzione biologica. Dopo aver conosciuto il celebre viticoltore francese Nicolas Joly, sostenitore della biodinamica in viticoltura, ha deciso di applicare questa filosofia agricola nella sua azienda. Degustati: Corte Sant’Alda, Soave 2021; Adalia Valpolicella Ripasso Superiore da uve di corvina, corvinone, rondinella e molinara; Podere Castagne Valpolicella DOC Superiore, un vino di carattere, fresco e sapido e di buon equilibrio, ottenuto da uve a bacca rossa di corvina, corvinone, rondinella.
Azienda Agricola Davide Vignato - Gambellara (VI) Nei terreni vulcanici molto scuri, rocce basaltiche, tufo, sono coltivati i vitigni autoctoni di garganega e durella, oltre a chardonnay e merlot. Degustati: Primo Incontro, garganega frizzante, un vino che fermenta sui propri lieviti, cui segue l’aggiunta di mosto di recioto per la rifermentazione in bottiglia; Cuveé dei Vignato, spumante metodo classico da uve di durella che sosta sui lieviti 40 mesi prima della sboccatura; Cul d’Oro 2015 Recioto di Gambella da uve di garganega messe ad appassire in “picai” appesi al soffitto; Cà Ronchi 2007, vino passito da uve merlot. Vini eleganti e fini che esprimono il carattere minerale del particolare terroir.
Friuli Venezia Giulia
Controcorrente – Blessano (UD) Vermouth Bianco, Vermouth Rosso e Vermouth Levante, prodotti a Blessano (UD) con vini naturali, uve biologiche, le migliori botaniche, agrumi italiani, nessun colorante.
Carso Sloveno
Joško Renčel – Dutovlje (SLO) Difficile riassumere in poche righe i vini di Josko: eleganti, identitari, dalla forte personalità. Sono stati degustati: Sauvignon 2017, due giorni di macerazione, due anni di affinamento in legno e un anno in acciaio; Vitovska 2018; Terrano 2018; Malvasia 2006 e un Terrano passito dell’anno 2007 assolutamente sublime!
Pietra di Marko Tavčar – Krepije (SLO) Una piccola azienda di circa tre ettari nel Carso Sloveno, dove Marko coltiva i vitigni autoctoni di Vitovska, Malvasia e Terran, su un suolo roccioso e terra rossa. Nelle vigne sono presenti anche alcune piante centenarie. Questi i vini assaggiati: Malvasia 2019 e Vitovska, un vino verticale, sapido con profumi di macchia mediterranea.
Emilia Romagna
Azienda Agricola Lusenti - Ziano Piacentino (PC) Azienda vincola famigliare di Lodovica Lusenti che nei colli piacentini produce vini rifermentati naturalmente in bottiglia, vini charmat e metodo classico, vini rossi fermi e vini da vigne vecchie, macerati e passiti da vitigni autoctoni a bacca bianca di ortrugo e malvasia di candia aromatica e a bacca rossa di croatina (bonarda) e barbera. Martina ci ha fatto degustare: Bianca Regina, malvasia di Candia aromatica da vendemmia tardiva delle annate 2005, 2006, 2009 una importante selezione per poter meglio conoscere e comprendere il carattere di questo vino che dopo l’imbottigliamento affina per lungo tempo; La Picciona 2015 da uva bonarda; Il Piriolo vendemmia 2006, vino passito da malvasia di Candia; Ortrugo frizzante.
Azienda Agricola Donati Camillo - Felino (PR) Interpreta la tradizione dei vini rifermentati in bottiglia, un metodo che regala buone potenzialità di invecchiamento. I vini sono prodotti in modo completamente naturale, vinificando con i soli lieviti indigeni in modo spontaneo, senza controlli o forzature e senza ricorso a prodotti chimici o interventi di chiarifica “… non un semplice lavoro, ma un modus vivendi …”. Vini del territorio, sapidi e freschi, molto bevibili e piacevoli, ideali per accompagnare salami e prosciutti e in generale con i piatti della saporita cucina parmigiana. Abbiamo degustato: il mio Rosso della Bandita 2020, un uvaggio di uve diverse tra le quali barbera e bonarda; Il mio Lambrusco 2020, vino frizzante da uve lambrusco maestri. Rosso rubino intenso con riflessi violacei. All’olfatto si apre con fresche note floreali e profumi della frutta a bacca rossa. L’assaggio è intenso, deciso, con una buona trama tannica in sinergia con la freschezza. Invitante ed appagante.
Toscana
Pian di Meta Vecchia - Castiglione d’Orcia (SI) Mezzo ettaro di vigna con piante di sangiovese grosso, allevato ad alberello. In degustazione: Terra Luna 2019, da uve sangiovese, un vino vivo e vitale che affina in grandi botti di rovere per almeno due anni.
Marche
Cantina Tiberi David - Loro Piceno (MC) Vino Cotto Stravecchio - “Marca Occhio di Gallo”. La produzione di una piccola azienda famigliare, di due ettari nelle colline marchigiane a 436 metri di altitudine. Il mosto di uve verdicchio, montepulciano, trebbiano e sangiovese viene fatto bollire e posto ad invecchiare in botti di legno. In degustazione le annate 2010 e 2003. Un vino di antica tradizione, paradisiaco, con una veste color ambrato scuro come il colore dell’occhio del gallo.
Umbria
Società Agricola Collecapretta - Spoleto (PG) Da tre generazioni la famiglia Mattioli si occupa di agricoltura; oltre al vino coltivano anche cereali e piante di olivo di varietà frantoio e moraiolo. I vini sono prodotti nel rispetto dei cicli della natura, senza erbicidi, pesticidi e diserbi. Questi quelli degustati: Selezione Le Cese 2019 da uve sangiovese; Vigna Vecchia da uve trebbiano spolentino; Il Burbero 2017, prodotto nelle migliori annate con uve surmature di sangiovese, merlot e ciliegiolo, Il Galantuomo 2019 da una vigna di oltre quarant’anni di barbera; Merlo Nero 2020, merlot dei Colli Martani coltivato a 600 metri slm; Lautizio 2021 da uve ciliegiolo; Rosato 2021 da uve di ciliegiolo. Vini di straordinaria espressività e tipicità.
Campania
Cantina del Barone - Cesinali (AV), Cantine dell’Angelo - Tufo (AV), Il Cancelliere - Montemarano (AV), sono tre piccole realtà artigianali che condividono la stessa filosofia produttiva ed il progetto VITI “Vignaioli in Terre d’Irpinia”. Questi i vini degustati: Azienda Agricola Cantina Dell’Angelo: Miniere - Greco di Tufo Riserva 2019, al naso si distinguono una nota sulfurea e profumi di frutta, sorso gustoso dal carattere minerale deciso, con freschezza e sapidità in equilibrio; Cantina del Barone: Particella 928 da uve fiano, un sorso espressivo, sapido e minerale; Il Cancelliere, Nero Né - Taurasi con uve aglianico, vino non chiarificato e non filtrato, affinato per 24 mesi in botte di rovere di Slavonia e per 24 mesi in bottiglia.
Puglia
Azienda Agricola Biologica Natalino Del Prete - San Donaci (BR) L’azienda di Natalino del Prete è a conduzione biologica dalla metà degli anni novanta. Dallo studio della biologia, Natalino ha compreso l’importanza di vivere in armonia con l’ecosistema. Come ci spiega, ogni comunità dovrebbe tutelare la biodiversità, prendendosi cura del territorio. Il mondo ha bisogno di una agricoltura naturale. Dalle sue vigne sono banditi i prodotti chimici di sintesi, in cantina le fermentazioni sono spontanee ad opera dei soli lieviti indigeni, perché il vino oltre a rispecchiare l’annata, deve essere prima di tutto un prodotto sano e genuino. È stato un privilegio poter ascoltare dalla voce di questo simpatico produttore la storia della cantina. Sono stati degustati: Sorso Antico IGT Salento da uve aleatico; Jolly – malvasia nera; Natalì da uve primitivo; Il Pioniere – negroamaro e malvasia nera; Anne, da uve negroamaro; Susumaniello da uve susumaniello e Il Prodigio 2021, vino rosato da uve di negroamaro. I vini di Natalino Del Prete condensano nel bicchiere l’identità del loro luogo di origine.
Sicilia
Valdibella Cooperativa Agricola - Camporeale (PA) Nata nel 1998 nel territorio di Camporeale (PA) a forte vocazione agricola e rurale, la cooperativa coltiva la terra secondo i principi dell’agricoltura biologica e promuove, con la comunità salesiana Itaca progetti sociali per inserire giovani con difficoltà nel mondo del lavoro. La produzione è variegata: mandorle, olio, grani antichi, legumi ecc. e naturalmente vivi naturali prodotti con le uve dei vitigni di nero d’Avola, perricone, grillo, nerello mascalese, zibibbo e catarratto. Tra le diverse etichette presentate in fiera abbiamo avuto l’opportunità di degustare il pregiato Memorii, un blend di uve a bacca bianca di grillo e catarratto extra lucido che viene affinato per lunghi anni in botte di rovere. Il vino perpetuo, come ci spiegano Lorenza e Daniele, è il vino della tradizione, quello che i contadini destinavano al solo consumo familiare. Riproporre questa antica tecnica di produzione significa conservare e valorizzare una tradizione enologica.
Marco De Bartoli - Marsala (TP) Questi i vini degustati: Vecchio Samperi da uve grillo, vino della tradizione marsalese che utilizza il metodo perpetuo, un sistema di travasi di piccole percentuali di vino più giovane; matura in fusti di rovere e castagno. Al naso ha una straordinaria finezza e complessità, il gusto è pieno, avvolgente e setoso, coinvolgente; Bukkuram “Sole d’Agosto” 2020 Passito di Pantelleria da uve zibibbo allevate ad alberello pantesco; Marsala Superiore Riserva Oro anno 2004 e 2017.
Nei giorni della manifestazione erano previste cinque Masterclass, la redazione di Borghi d’Europa ha partecipato alla degustazione condotta da Giacomo Buscioni e Damiano Barbato sui difetti che si possiamo incontrare nei vini. Una degustazione di campioni artificialmente modificati per riprodurre le alterazioni da Brett, spunto lattico e souris.
Produrre un “vino naturale” senza difetti non solo deve essere possibile, deve essere l’obiettivo minimo. La “mano del produttore” il suo stile, non può essere la presenza di una alterazione, deve essere la presenza del territorio, del vitigno, dell’annata
Giacomo Buscioni - Invisibile ma non impercettibile: come le piccole alterazioni possono compromettere la territorialità del Vino - Magazine VINNATUR - n. 1, Novembre 2019
Arrivederci al 2023, con la speranza che l’uomo possa finalmente trovare una connessione con la terra.
Antonella Pianca